Antenati dei famosi “squisiti fichi Dottati del Cosentino” citati in numerosi testi storici già a metà del 1800, i “Fichi di Cosenza” rappresentano una vera e propria risorsa economica e sociale della provincia e nascono così buoni grazie alle caratteristiche del territorio in cui crescono.
Hanno ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta partendo dall’evidenza che la varietà Fico Dottato, anche se presente in tutto il sud Italia, acquisisce caratteristiche qualitative specifiche quando prodotta tra la valle del Crati, la valle dell’Esaro e il bacino destro del Savuto.
La qualità e le caratteristiche dei «Fichi di Cosenza» sono dovute essenzialmente ai fattori naturali e antropici dell’ambiente geografico.
Fattori naturali. I terreni sciolti, scarsamente umidi e ricchi di calcio della zona favoriscono un sano sviluppo della pianta. Il clima mite – con il massiccio del Pollino e le montagne della Sila che proteggono sia dai venti fortemente caldi, che da quelli gelidi di tramontana – permette al frutto di appassire sulla pianta (in gergo si parla di “passuluni”) in modo lento e graduale e alla buccia di non diventare marrone scuro.
La possibilità di far appassire il frutto sulla pianta è fondamentale per la qualità dei Fichi di Cosenza e li distingue da tanti altri in commercio. Infatti permette ai coltivatori di raccogliere i frutti al momento ottimale prima che cadano a terra naturalmente, restando esposti ai parassiti. Inoltre la buccia rimane sottile e la polpa morbida così che all’assaggio il boccone è sempre omogeneo e piacevole.
Inoltre, nel Cosentino, i fichi selvatici sono scarsi e la caprificazione non viene attuata, questo permette alle piante di manifestare al massimo al loro partenocarpia (=produzione di frutti non fecondati) che rende la polpa dei fichi quasi priva di acheni e comunque con acheni non fertili, di piccole dimensioni, morbidi all’assaggio.
Fattori antropici. L’apporto umano si rivela fondamentale per i Fichi di Cosenza prima di tutto a livello di coltivazione agricola infatti già la tradizione ricordava ai contadini di estirpare i possibili fichi selvatici della zona che potevano richiamare insetti per la fecondazione del frutto in modo da favorire la partenocapia.
Inoltre la produzione si caratterizza per un elevato apporto di manualità, di esperienza e di sapere, determinanti per la qualità del prodotto finale, tanto da ottenere riconoscimenti economici differenziati. Le operazioni manuali di raccolta e di lavorazione sono sempre effettuate da personale esperto in un abile «saper fare», che – tramandatosi di generazione in generazione – si è consolidato come patrimonio insostituibile del territorio. L’esperienza locale, antica, differenziata, consolidata e persino, talvolta secretata in famiglia, determina gli esiti finali anche della produzione delle molteplici elaborazioni tradizionali ottenute a partire dai «Fichi di Cosenza», che rappresentano altrettante forme di espressione della fantasia creativa della popolazione locale, riconosciute fin dal passato da una ricca bibliografia (Casella D. 1933; Casella L.A. 1915; Cerchiara 1933; Jacini 1877; R.E.D.A. 1960; Palopoli 1985).